venerdì 14 marzo 2008

E pensare che doveva diventare una Sinagoga



Doveva avere un bel caratterino l’architetto Alessandro Antonelli nato a Ghemme, dalle parti di Novara, alla fine del millesettecento. Secondogenito di una numerosa famiglia, ...fu mandato a studiare ginnasio e liceo in Milano; contemporaneamente prese a dedicarsi allo studio del disegno nell'Accademia di Brera. Iin appresso si trasferì a Torino per gli studi universitari. Quivi si dedicò in modo particolare a studiare disegno e architettura nella scuola di Buonsignore, ma non trascurò gli altri rami d'insegnamento e non mancò di fare buon fondamento di studi di matematica e di meccanica. Nel collegio Caccia studiò privatamente la geometria descrittiva, ramo di studio che introdotto nell'università sotto il regime Napoleonico, era stato abbandonato in quell'epoca. Laureatosi ingegnere architetto nel 1824, entrò negli uffici tecnici del Demanio ... eccetera eccetera
Il suo nome è indissolubilmente legato al monumento simbolo di Torino, quella Mole che grazie a lui si chiama per l’appunto Antonelliana. E’ un edificio molto particolare, prima di tutto perchè è tutto in muratura, l’edificio in muratura più alto d’Europa, più di 167 metri. Era partita come sinagoga: la comunità ebraica aveva in animo di realizzare un tempio con annessa scuola, e scelse come architetto progettista il nostro Antonelli, il quale presentò un progetto che prevedeva una cupola alta una cinquantina di metri. In corso d’opera il Nostro cominciò ad inventarsi una serie di modifiche e varianti che avrebbero dovuto innalzare la cupola di un altro bel centinaio di metri. Il che significò, parallelamente, crescita esponenziale dei costi e smisurato allungamento dei tempi di costruzione, fino a che i committenti dissero basta, grazie, fecero chiudere l’edificio con un tetto provvisorio, e capirono che era il caso di farsi progettare un’altra sinagoga da un’altra parte e da un altro architetto. la Mole restò per qualche anno abbandonata, fino a che la città la prese in carico, dando in cambio alla comunità ebraica un altro appezzamento di terreno e decidendo che la mole sarebbe stata dedicata a Vittorio Emanuele II. Antonelli ricominciò con i suoi deliri e l’edificio riprese ad alzarsi: 146, poi 153 e alla fine 167 metri. Antonelli nel frattempo diventava sempre più vecchio, e giunto alla soglia dei novant’anni, per poter seguire i lavori ai vari livelli si era fatto costruire un’ascensore a carrucola che lo portava su e giu.
Di problemi la povera Mole ne ha passati parecchi, a partire dal terremoto del 1887. Nel 1904 un nubifragio fece cadere il genio alato che ne decorava la punta e che fu sostituito da una stella, rimasta a sua volta in piedi fino al 1953, quando un altro nubifragio fece crollare pure lei insieme a una quarantina di metri della punta. Fu una tragedia. Per molto tempo fu praticamente vuota, ospitò qualche mostra (una in particolare: Lo Specchio e il suo Doppio) ma in realtà se ne utilizzava soltanto l’ascensore panoramico per salire al belvedere sopra la cupola. Rimase chiusa per anni, poi finalmente la rinascita. Dal 2000 ospita il Museo Nazionale de Cinema.


























4 commenti:

Cristina ha detto...

Mai stata a Castellamonte? Anche lì il Nostro ha moltiplicato gli spazi, tanto che l'abside della chiesa che, nella sua testa, doveva diventare più grande di San Pietro, ci fanno la mostra della ceramica (la chiesa, mica piccola, sta tutta in una cappelletta...). Anche lì si è sentito dire: "Grazie, adesso basta", solo che poi non hanno ripreso la costruzione.
Certo che, poveretto, si dev'essere sentito un po' incompreso!

Ester ha detto...

Non sono stata né qui né lì. Sicuramente mi sono persa qualche cosa.
s

annamaria ha detto...

Non mi vergognerò mai abbastanza di non conoscere Torino...

dede leoncedis ha detto...

Giusto Annamaria, mai abbastanza. Ma si può rimediare

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