venerdì 11 settembre 2015

René Jules Lalique


René Jules Lalique nasce nel 1860,  a sedici anni bazzica già come apprendista nella bottega di un gioielliere parigino, frequenta il liceo artistico a Londra, poi torna a Parigi dove lavora come designer free lance per alcuni tra i più importanti gioiellieri del tempo, gente del calibro di Fouquet, Cartier, Boucheron.
A venticinque anni è pronto per aprire una sua gioielleria e tra il 1897 e il 1898 presenta le sue opere alle grandi esposizioni universali, ma è all'Expo del 1900 che arriva la consacrazione ufficiale.  I suoi gioielli Art Nouveau

si ispirano agli animali, insetti e pavoni, ma la vera  novità sta nell'utilizzare materiali nuovi e non obbligatoriamente preziosi: vetro, smalto, madreperla, ma anche corno e cuoio.
Il successo è grandissimo, Lalique piace alle grandi dame dell'aristocrazia e alle attrici più in voga. Disegna costumi di scena per Sarah Bernhardt e stringe amicizia con Calouste Gulbenkian, ricco magnate turco che lascerà in eredità al Portogallo la sua splendida collezione d'arte



















con  una consistente sezione dedicata  proprio alla produzione di Lalique






















Lalique usa molti materiali ma è la duttilità del vetro ad intrigarlo,  e non soltanto nella   fabbricazione di gioielli.   Installa una sua  vetreria e comincia a sperimentare. Sono  elegantissime  fusioni  di vetro e metallo,  calici in cristallo decorati con tralci d'uva e, prima per  il profumiere  François Coty e poi via via per molti altri,  una serie di bottiglieuna più bella dell'altra.
Con la prima guerra mondiale  converte la produzione in articoli più consoni al momento: siringhe e barattoli per medicinali, ma in seguito torna a creare gioielli e oggetti.
Il gusto è cambiato e i rigorosi  geometrismi dell'Art Deco  anni venti  si uniscono alle  sinuose lineee  dell'Art Nouveau di inizio secolo. Nascono le famose  lampade










(foto da qui

ma anche i  vasi, le  ciotole, i candelieri, perfino il  tappo per  radiatori di automobili












(foto da qui

Nel 1929 cura    le decorazioni della sala da pranzo della prima classe nel transatlantico Normandie  e  l'allestimento del  vagone ristorante dell'Orient Express


















(in mostra  l'anno scorso all'Institut du Monde Arabe, ma ad un prezzo talmente esagerato  da farmi passare la voglia)


Muore nel 1945 e  viene sepolto al  Père Lachaise in una tomba decorata da un crocifisso, inutile dirlo,  di cristallo opalescente


Su istigazione di questa  guida

 sono andata alla ricerca del suo  Hôtel particulier al numero 40 di cours Albert Ier.









Ma della casa parleremo la prossima volta

5 commenti:

Gracie ha detto...

Io possiedo un uccellino, regalo di nozze sopravvissuto a due traslochi e ricordo di una persona cara. Mi piacerebbe farne collezione ma i prezzi sono proibitivi. Grazie comunque per un altro interessante post.

Fabipasticcio ha detto...

Adoro i vetri di Lalique. Grazie, come sempre, per i tuoi interessantissimi post.

Nela San ha detto...

Non sapevo avesse stretto amicizia col magnate turco, ma le opere esposte a Lisbona, nella sua fondazione le ricordo bene e mi comprai un piccolo anello di Lalique, che ancora oggi conservo e porto con piacere.

isolina ha detto...

perle, come al solito e vado subito a vdere se posso mettere le mani su quella guida. Avevo una cosa del genere, ma meno furba

MJ FALCÃO ha detto...

Tanta bellezza, Dede! Mi pieace, si!

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