sabato 28 maggio 2016

Car Rapide




Coperti di slogan islamici e con le foto degli Imam sul parabrezza, una quantità inverosimile  di Car Rapide



sciama ininterrottamente nel traffico di Dakar, la  porta posteriore  sempre aperta (anche quando viaggia) e  un paio di giovanotti appesi. Quando il minibus arriva alla fermata i due giovanotti  saltano giù  gridando il nome della via e la prossima fermata (almeno, questo è quello che mi sono immaginata)  Se ci sono più Rapides ferme allo stesso angolo le grida si incrociano e capire dove ci si trova e soprattutto dove si sta andando   può rappresentare  un problema.
Dal 1960 questi minibus colorati di giallo e blu  e personalizzati  con dipinti vivaci e  versetti del Corano  sono  la forma più comune e più economica  di  trasporto pubblico.


Originariamente li produceva una casa automobilistica francese, la Saviem – acronimo di Société anonyme de véhicules industriels et d’équipements mécaniques (Società anonima di veicoli industriali e attrezzature meccaniche) – ed avevano subito dimostrato di reggere bene anche sulle strade più dissestate. 
Da trentacinque anni la fabbrica, che è stata assorbita dalla Renault,  non ha più sfornato modelli nuovi, ma i Car Rapide continuano a svolgere il loro onorato servizio  grazie  al genio  di  meccanici e  carrozzieri capaci di donare l'immortalità a questi vetusti  carrettoni.


Qualcuno li chiama anche  22 places (22 posti) dal  numero teorico di posti disponibili,  che a occhio e croce viene regolarmente superato, o anche  S’en fout la mort (Chi se ne frega della morte), e se vedete come guidano gli autisti non vi chiederete il perchè.  
Da più di cinquant'anni il Car Rapide è parte integrante del panorama cittadino tanto da esserne diventato il simbolo,  e da qualche mese è addirittura assurto agli onori del Musée de l’Homme di Parigi entrando a far parte della sua collezione permanente. Ironia della sorte, contemporaneamente  il Car Rapide rischia  di sparire dalle strade di Dakar. Una legge infatti prevede di vietarne la circolazione a partire dal 2018 e con un progetto finanziato dalla Banca Mondiale  il governo sta aiutando i vecchi  proprietari ad acquistare bus nuovi di produzione cinese e indiana. Sarà certamente un passo avanti sulla strada del progresso, ma i Car Rapide di oggi rimarranno  la testimonianza inconfutabile del fatto che cavar sangue da una rapa qualche volta è possibile.


 

1 commento:

Nela San ha detto...

Il concetto di "rapide" nell'epoca dei TGV ci dimostra che, anche nel traffico, tutto è relativo.

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